CR7: la differenza è nella testa.

E’ stato un week-end di record, un po’ in tutti gli sport andati in scena: dalle moto con Riins che ha conquistato la prima vittoria in MotoGP ai danni e al cospetto di un mostro sacro come Valentino Rossi, passando per il bakset con Stephen Curry stella dell’NBA che fa le fortune dei Golden State Warriors: per lui record di tiri da 3 segnati nei play-off: 386 in 91 gare (pensate che il record di 385 Ray Allen lo realizzò in 171 gare) e per concludere forse con la storia più incredibile e romantica: il ritorno di Tiger Woods, a 43 anni suonati, 14 anni dopo l’ultima vittoria di un Major e dopo aver passato anni bui tra separazioni, storie finite male, abuso di alcool e depressione, che lo avevano portato da n° 1 al mondo a n° 1199. Tiger è tornato, e con lui il sogno di raggiungere Jack Nicklaus a quota 18 Major. Ne servono altri 3.

Ma si sa, quando si parla di record e imprese a noi amanti del gioco più bello del mondo non viene altro che pensare all’uomo del momento: Cristiano Ronaldo. Una vera, mostruosa macchina costruita per frantumare ogni numero e spostare i parametri dell’eccellenza sempre più in alto. La Gazzetta dello Sport di Lunedì ha dedicato una pagina intera a Cristiano Ronaldo e alla sua forza mentale grazie alla quale sta spingendo, non solo se stesso, ma tutta la Juventus un po’ oltre i propri limiti.

Ma da dove nasce l’idea di battere un record? Come si fa? Quali componenti entrano in gioco che permettono di riuscirci?

Nella mia esperienza sul campo ho incontrato decine e decine di atleti, e posso affermare con certezza che nulla accade prima di un Sogno. La voglia di realizzare un Sogno, anzi IL Sogno, è la vera forza motrice delle persone che realizzano cose straordinarie, fuori dal comune.

Anche a 34 anni Ronaldo non smette di inseguire “El sueño del niño” , un mantra inciso anche sulle scarpe, per ricordare a se stesso il motivo per cui scende in campo: essere ricordato come il più forte della storia. Un sogno che CR7 ha scoperto all’età di 11 anni, quando alla sua prima esperienza lontano da casa e dagli affetti, a Lisbona, si trovò ad affrontare i primi ostacoli, un sogno per il quale ha combattuto e lavorato, dall’età di 11 anni. E tu? Ricordi ancora qual è il tuo sogno o l’hai dimenticato nel cassetto? 

Un’altra tematica molto cara, e presente tra i grandi campioni capaci di imprese sportive senza tempo è sicuramente la fiducia in sè stessi, detta anche consapevolezza dei propri mezzi.

Ovvero quella capacità di restare fermamente convinti delle proprie capacità e dei propri punti di forza, a prescindere da quello che succede nel mondo circostante. Ricordate Cristiano subito dopo la gara di andata con l’Atletico Madrid? Un giornalista osò “sbeffeggiarlo” chiedendo secondo lui chi avrebbe passato il turno dopo il 2-0 dell’andata. La risposta di Ronaldo, ma soprattutto il suo atteggiamento furono emblematici: “Vedremo”, pronunciato con tono sicuro, ad accettare la sfida, con lo sguardo orgoglioso ed il passo sicuro di chi è abituato a vincere e sa come si fa, anche quando c’è da ribaltare le situazioni più impensabili. E per molti impossibili.

Il risultato del ritorno è noto a tutti vero?

Quante volte ti è capitato di rallentare la tua corsa, o di vivere delle situazioni, annebbiato dal parere altrui? Ma sei così sicuro che l’opinione altrui sia così importante per la realizzazione del tuo obiettivo?

L’ultimo grande tratto comune dei campioni è quello di osare. Strategie, lavoro e pianificazione sono come delle scatole vuote se al momento opportuno non sei pronto a prenderti le tue responsabilità per diventare protagonista della tua vita. Quindi osa, prenditi la responsabilità di essere il giocatore che hai sempre sognato di diventare!

Ora, perchè il tuo momento è adesso!

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