Intervista a Roberto Civitarese, RadioSportiva (16/09/2019)

Lei è d’accordo che Conte giochi un pochino sulla psicologia, in un confronto a distanza con la Juventus?
Si assolutamente. Sappiamo ormai che per fare risultato, non solo nel mondo del calcio ma nello sport in generale, occorre sia l’aspetto tecnico, sia l’aspetto fisico/atletico ma anche quello mentale/motivazionale sul quale Antonio Conte si sente molto forte. Conosce perfettamente l’avversario che ha di fronte, ovvero Maurizio Sarri, e sa che è un po’ meno preparato da questo punto di vista. Quindi è chiaro che cerca di portare la competizione anche su questo piano.

Con questo tipo di strategia Conte manda anche un messaggio alla sua squadra?
Si assolutamente, lo disse già Marotta che il top player dell’inter è Antonio Conte. Credo che non si riferisse solo all’aspetto della preparazione tecnico tattica e di come imposta la squadra. Sicuramente anche di com’è in grado di gestire lo spogliatoio al suo interno. e i risultati lo stanno dimostrando, e di come gestisce la comunicazione col mondo esterno ovvero i tifosi e soprattutto gli avversari.

Conte è già entrato nella testa dei suoi calciatori?
Si sicuramente già dalla preparazione estiva, lui ha  una sua impostazione di lavoro, lo ha fatto alla Juventus e poi anche al Chelsea. Lui è partito subito col primo giorno che ha trovato la squadra e lo ha fatto col suo metodo di lavoro e con la sua strategia. Sono assolutamente convinto che abbia nella testa la netta convinzione che possa vincere lo scudetto.

Sarri forse non aveva l’Inter come obiettivo della dichiarazione sull’orario di gioco, però è diventato un assist per Conte per cercare di prendersi un vantaggio comunicativo e mentale. Da esperto quale è, quando si incassa una frecciatina così, come si risponde? La Juve l’ha fatto col silenzio, che ne pensa?
E’ evidente che per rispondere all’affermazione di Conte, bisogna preparasi molto. L’allenatore dell’Inter è stato abile perchè ha utilizzato le stesse parole che Sarri usò ai tempi del Napoli e gliele ha ribaltate contro ora che è l’allenatore della Juventus. Poi Sarri ha fatto un errore abbastanza importante perchè ha giustificato la mancata vittoria contro la Fiorentina non cercando una soluzione ma trovando delle scuse. Questo fa una grossissima differenza tra chi ha una mentalità proiettata al risultato, a vincere e chi invece ha una mentalità più legata alla gestione. Noi sappiamo che Sarri è molto bravo dal punto di vista tecnico. Le sue squadre giocano benissimo e addirittura il suo metodo è stato studiato da altri allenatori di tutta Europa. In realtà sappiamo anche che Sarri ha vinto un solo trofeo in carriera, mentre Conte ha dimostrato di saper vincere in Italia e in Inghilterra diversi titoli, perchè Conte ha questa mentalità. Poi è chiaro che c’è tutto l’aspetto tecnico sulla scelta dei giocatori, le rose e via discorrendo, ma sono aspetti sui quali non entro. Mi limito a fare una valutazione dal punto di vista dell’approccio. Ieri, come dicevo, Sarri ha commesso questo errore dal punto di vista della comunicazione ovvero ha cercato delle scuse, che poi magari per lui sono elementi veri, per giustificare il fatto che la Juventus non abbia fatto risultato pieno.La differenza è questa: chi ragiona con una mentalità protratta al risultato è portato a trovare delle soluzione, quindi devo trovare il modo di vincere alle ore 15:00, di vincere con 35 gradi, piuttosto che trovarsi degli alibi.

Lei lavora anche sulla testa degli allenatori oltre che su quella dei giocatori?
Si certo, uso il termine “allenamento mentale” proprio perchè anche la testa va allenata esattamente come va allenato il fisico e come va allenata la parte tattica.

Qualcuno sostiene che forse Sarri non è ancora riuscito ad entrare nella testa dei giocatori, non tanto dal punto di vista tattico, quanto motivazionale. Quindi una Juventus che può fare fatica in campionato che può soffrire un po’ di una sindrome di appagamento con un Sarri che non riesce a farsi seguire come vorrebbe. Ci sta questo ragionamento o è prematuro?
Il ragionamento ci sta per quello che dicevamo poco fa. Sarri ha un punto di forza di cui è cosciente che è il “come” fa giocare le sue squadre, quindi è chiaro che nell’ approccio, anche con la Juventus, il suo primo obiettivo è far giocare la squadra secondo i suoi insegnamenti,. Di conseguenza la parte motivazionale per lui è secondaria, quindi dedicherà molto più tempo per insegnare alla squadra a giocare il suo calcio , piuttosto che curare l’aspetto motivazionale, sapendo anche di essere entrato in una società dove è forte l’imprinting dell’importanza di vincere. Secondo me lo sta trascurando anche per questo motivo.

Per chiudere le chiedo: Ancelotti e Giampaolo secondo lei sono più vicini all’approccio mentale di Conte o di Sarri?
Dal punto di vista dell’attività motivazionale e della gestione di questo aspetto distinguo due tipologie di allenatori: quelli come Ancelotti, Giampaolo, Guardiola e quelli come Conte, Mourinho, Simeone. Hanno due approcci diversi, i primi lavorano maggiormente su una leva motivazionale positiva gli altri hanno un’approccio più indirizzato sulla leva negativa. Cosa significa negativa? Creo una tensione (che è una cosa negativa) e mi aspetto una reazione a questa tensione portando le situazioni ad uno scontro, ad un conflitto.Ancelotti l’unica cosa un po’ polemica che gli ho sentito dire da quando allena il Napoli è la questione del ritardo nella ristrutturazione degli spogliato. Ci sono queste due modalità di approccio: positiva e negativa.La distinzione, più che sull’abilità di entrare nella testa dei giocatori, è legata a questo diverso metodo di approccio.

Si potrebbe sostenere che l’approccio di Conte ha più benefici nell’immediato ma rischia un po’ di sfibrare i giocatori alla lunga?
Si, ha colto in pieno la questione. La differenza tra le due leve (quella positiva e quella negativa) è proprio che quella positiva è destinata a durare nel tempo, quella negativa invece produce risultati nell’immediato ma ti consuma in maniera inesorabile e poi arrivi ad un livello di stanchezza psico-fisica importante. La dimostrazione è stata quando Conte andò via dalla Juventus, non mene vogliano i tifosi, ma da parte dei giocatori ci fu quasi un sospiro di sollievo perchè avevano vinto tanto ma erano anche arrivati cotti dal punto di vista mentale. È la stessa situazione che si era creata all’Inter con Mourinho dopo la vittoria del Triplete.

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