La motivazione di Conte rimette l’Inter in lotta per lo scudetto

Erano solo recuperi, ma adesso che tutte le squadre sono allineate ai blocchi di ri-partenza, il campionato è pronto alla volata finale. Juve e Lazio sono a un punto di distanza, con i bianconeri usciti malconci dalla Coppa Italia e i biancocelesti che ci credono ancora di più. Alle loro spalle l’Inter, a -6 punti, che con la vittoria di ieri sera contro la Sampdoria ha dimostrato di avere il carattere per essere ancora in corsa.

Eravamo tutti curiosi di sapere come sarebbe ricominciata la stagione, soprattutto quella delle squadre più attrezzate per arrivare a giocarsela fino in fondo. In questi mesi sono state fatte sessioni di allenamento di ogni tipo: in videoconferenza, differenziati, ecc. Ma nessuna società si è pronunciata in merito a un’attività volta a velocizzare in ritorno in campo da un punto di vista mentale, riaccendendo la motivazione nei calciatori, riavvicinandoli alle abitudini interrotte bruscamente qualche tempo fa.

Nella migliore delle ipotesi abbiamo sentito dichiarazioni sul ruolo fondamentale che l’atteggiamento avrebbe avuto una volta tornati in campo. Dal mio punto di vista, ero curioso di capire cosa sarebbe successo in quelle squadre guidate da allenatori con una caratteristica mentale importante, sicuro che questa avrebbe finito col fare la differenza. E così è stato.

Due squadre altamente motivate come l’Atalanta di Gasperini e l’Inter di Conte hanno subito spinto sull’acceleratore, iniziando con una grande intensità e voglia di fare. Atteggiamento non visto per esempio in Juventus e Napoli (che sì ha vinto la Coppa Italia, ma non ha convinto da un punto di vista dell’organizzazione di gioco). I nerazzurri, di Milano e Bergamo, hanno sicuramente un altro piglio.

Concentrandoci sull’Inter di Conte, si possono evincere alcune caratteristiche mentali che hanno spinto (e spingeranno) l’Inter da qui a fine campionato.

La prima caratteristica fondamentale è la mentalità vincente dell’allenatore. Conte è totalmente focalizzato sul risultato, a differenza di alcuni suoi colleghi che sono più proiettati vero l’estetica e l’innovazione tattica.

L’uscita dalla Coppa Italia contro il Napoli sarebbe potuta essere un problema per i nerazzurri, con una serie di obiettivi da riorganizzare. Ma nella testa di Conte no. Nella mente di un allenatore vincente, la sconfitta e/o il mancato raggiungimento di un obiettivo non scoraggia, ma proietta all’impegno successivo, trovando ancora più fame nell’ottenere un risultato positivo immediato. Una volta uscito dalla Coppa Italia, le attenzioni del tecnico sono state dirottate totalmente sul campionato e all’impegno con la Sampdoria.

Perché succede questo?

Perché Conte ha sempre vinto. Ogni anno ha portato a casa almeno un trofeo. Quest’anno, per lui, sarebbe inaccettabile pensare di restare a bocca asciutta. Il pensiero di una bacheca vuota non arriva nemmeno nella mentalità di un vincente. Il vero pensiero è: come faccio a vincere?

Oggi, che le possibilità di vittoria si assottigliano, Conte si concentra sul campionato. Tutte le energie si concentrano in quella competizione.

Conte lavora sul risultato, trasferisce il concetto, lo alimenta e trasmette grinta alla squadra. 

Lo conferma anche la reazione al fischio finale: non si dilunga in complimenti, ma analizza gli aspetti da migliorare. Chiudere subito la partita e vincere con un atteggiamento. Rafforza il concetto usando parole forti, puntando l’attenzione totalmente sull’aspetto caratteriale.

Il calciatore che riceve questi input si crea un’immagine della ferocia, del chiudere la partita, di aggressività richiesti dal tecnico e va in campo la volta successiva con quell’immagine.

Per questo motivo ritengo che l’Inter abbia dato l’idea di essersi rimessa in corsa per lo scudetto. Conte crede nella possibilità di vincerlo e la storia parla chiaro: quando credi fortemente in qualcosa le possibilità che questo accada diventano alte.

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