Cosa fare per diventare un calciatore professionista?

L’ultimo in ordine di tempo ad esserci “cascato” è stato Mirko Antonucci, giovane talento della Roma in prestito al Vitoria Setubal, messo fuori squadra per aver postato video divertenti sui social in concomitanza della sconfitta contro il Boavista. I balletti pubblicati su Tik Tok con la fidanzata non sono andati giù alla dirigenza, che, scontenta, lo ha allontanato dalla prima squadra, terminando anzitempo il prestito e facendo storcere il naso anche al club giallorosso. A poco sono servite le parole dell’agente del calciatore, che ha rimarcato la serietà del ragazzo ponendo l’accento sulla situazione complicata che vive il club portoghese.

Antonucci è solo l’ultimo di una serie di talenti del nostro calcio che rischia di perdersi a causa delle difficoltà trovate nell’approccio al professionismo.

Ma allora come deve fare un ragazzo per mantenere serietà e costanza dal settore giovanile alla prima squadra di un grande club?

Per prima cosa serve individuare un modello di riferimento, ovvero prendere coscienza della propria identità e pensare al calciatore che voglio diventare in futuro.

Una volta identificato, bisogna individuarne le caratteristiche positive e capire la differenza tra le proprie e quelle del modello di riferimento.

Infine è fondamentale individuare un percorso o una strategia da attuare immediatamente per copiare quel modello e ottenere le stesse caratteristiche.

Purtroppo nel calcio moderno, questo aspetto, legato alla gestione del comportamento, viene spesso tralasciato. Soprattutto in molti settori giovanili, sia professionistici che dilettanti. Tutto è incentrato sulle caratteristiche fisiche, tecniche e atletiche. L’aspetto mentale, il più delle volte, non viene nemmeno preso in considerazione.

Si parla ancora troppo poco della formazione dell’individuo e dell’uomo. Ad oggi viene ancora prima la formazione del calciatore.

Questa mancanza fa scaturire nella testa dei giovani modelli di riferimento non sempre positivi.

Molti ragazzi pensano che per diventare calciatori (o essere considerati tali) servano: un contratto ricco con una società professionistica, un tenore di vita alto (macchine, orologi, abiti alla moda, appartamenti in centro, fidanzate social).

In questo caso il pensiero del ragazzo va a finire su cose che non c’entrano nulla con il diventare un calciatore professionista. Questo non ha nulla a che vedere con l’imitazione del modello di riferimento.

A questo punto, inevitabilmente, anche il più talentuoso, se mentalmente è distratto e focalizzato su cose secondarie, rischia di perdersi.

C’è un bellissimo aneddoto che riguarda Zlatan Ibrahimovic e Mino Raiola il giorno del loro primo incontro:

“Misi la mia bella giacca di pelle di Gucci, non avevo affatto intenzione di fare la figura del buzzurro, il mio orologio d’oro, e parcheggiai la Porsche proprio davanti all’albergo. Ma che razza di individuo era quello che entrò dopo di me? In jeans e T-shirt Nike e con quella pancia enorme, sembrava uno dei Soprano. Chi diavolo è questo qui? Dovrebbe essere un agente quella specie di gnomo ciccione? E quando ordinammo cosa credete, che arrivò un piattino di sushi con avocado e gamberetti? No, arrivò una valanga di roba, cibo per cinque, e lui divorò tutto come un dannato!”. “Sapete cosa fece quel bastardo sfacciato? Tirò fuori quattro fogli A4 su cui c’erano nomi e cifre, tipo Christian Vieri 24 gol in 27 partite, Filippo Inzaghi 20 gol in 25 partite, David Trezeguet 20 gol in 24 partite, Zlatan Ibrahimovic 5 gol in 25 partite”. Raiola tuonò: “Allora se diventi il migliore del mondo poi arriverà tutto il resto, ma se insegui solo il denaro allora non otterrai mai niente, capisci? Pensaci su e poi mi fai sapere, ma se vuoi lavorare con me devi fare come dico io”. Come? “Dovrai vendere tutte le tue macchine, tutti i tuoi orologi e cominciare ad allenarti tre volte più duramente, perché adesso la tua statistica fa schifo”. 

Come si può fare per sviluppare al meglio il proprio talento quindi?

Per prima cosa, è importante avere un’idea chiara del calciatore che si vuole diventare.

Successivamente è fondamentale scrivere una strategia che porti a migliorare le proprie caratteristiche. Attrezzarsi con una serie di professionisti, come ad esempio personal trainer, nutrizionista, mental coach che permettano di lavorare ogni giorno in funzione dell’obiettivo.

Fatto questo, lavorare quotidianamente per migliorare, misurando i risultati e correggendo la rotta.

Come recita un noto aforisma: “Il talento è come una rosa, se non l’annaffi tutti i giorni sarà destinata ad appassire”.

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