Da dove arriva la forza del Milan?

La vittoria di ieri sera contro la Juventus ha evidenziato uno stato di forma fisico e mentale impressionante per il Milan di Stefano Pioli. Dalla ripresa del campionato i rossoneri sono ancora imbattuti e, nonostante il gap con il quarto posto sia ancora abissale, rischiano di essere la mina vagante di questo finale di stagione.

Guarda com’è andata ieri sera.

Una stabilità ritrovata dopo un inizio di campionato difficile, ma costruita attraverso un percorso lungo e complicato.

Il risultato di ieri sera parte, infatti, da lontano.

Complice il blackout della Juve, che in cinque minuti si è vista recuperare due gol e poi superare, i rossoneri hanno dato dimostrazione di come concentrarsi su se stessi e non sull’avversario alla lunga possa dare risultati, anche a partire da condizioni di svantaggio.

La situazione Milan

I rossoneri hanno iniziato questa stagione in modo negativo. I problemi societari, tecnici e la confusione che n’è derivata hanno generato risultati non soddisfacenti, che hanno portato prima all’esonero di Giampaolo e poi all’ingaggio di Stefano Pioli, allenatore esperto e apprezzato.

Il cambio alla guida tecnica non ha però portato benefici immediati e così la squadra ha continuato a faticare sul campo in attesa di capire cosa potesse servire.

La risposta è arrivata appena dopo Natale, con l’ingaggio di Zlatan Ibrahimovic. Trattativa criticata da tanti per l’età del giocatore, prossimo ai 39 anni.

A mio avviso, il ritorno dello svedese è stata la vera svolta.

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Quello che ha fatto Zlatan è stato portare nello spogliatoio una mentalità vincente, cioè un meccanismo fondamentale fatto di 3 passaggi imprescindibili:

#1 L’individuare un obiettivo chiaro, stimolante e condiviso da perseguire. In una situazione complicata come quella del Milan era importante restare focalizzati verso il traguardo da raggiungere, senza per forza cercare un colpevole (aspetto che genera un pensiero negativo), ma cercando una soluzione per ottenere il risultato.

#2 Capire cosa fare per ottenere il risultato. Quando ho un obiettivo vado al massimo, l’attenzione sul lavoro si alza automaticamente e cresce la concentrazione. Quello che succede in campo è legato alle motivazione che ho.

#3 Misurare i risultati: se sono in linea spingo sull’acceleratore, se non sono in linea correggo il tiro.

Ibrahimovic al Milan ha portato questo.

Quando hai la certezza di avere la giusta mentalità, devi avere la pazienza di aspettare risultati. La mentalità vincente si costruisce con il tempo. Non è un interruttore.

Quando è arrivato Ibra, ho sostenuto a gran voce che sarebbe stato lui a portare questa mentalità. Oggi, dopo un po’ di tempo, ne stiamo vedendo la realizzazione.

È chiaro che i meriti vanno condivisi con allenatore, rosa, staff e via. Ma chi ha acceso questa miccia è stato Ibra.

Tornando alla gara di ieri sera, questo è esattamente il contrario di quello che è successo alla Juventus: la preparazione alla gara è stata l’antitesi della mentalità vincente. I bianconeri hanno perso la gara dal momento in cui hanno iniziato a concentrarsi sui punti di forza dell’avversario anziché sui propri. 

Quando prepari una gara con paura il tuo scopo è quello di allontanarla. Poi succede che il tuo diretto avversario, la Lazio, perde la partita, tu fai 2 goal in 60 minuti e la paura si dissolve. È in quel momento che ci si rilassa e si rischia di fare più errori e compromettere la vittoria.

La vittoria e la sconfitta hanno sempre origine nella nostra mente. Noi possiamo programmare il risultato di un evento o di una partita. Programmare significa definire con chiarezza qual è il risultato che voglio ottenere e costruire partendo dalla mentalità un percorso fatto di pensiero+azione=risultato.

Il risultato è sempre la conseguenza di un processo, ma il frutto del caso.

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