Mental Coach e calciatore bandiera: una risorsa da valorizzare

Sono tantissimi i cambiamenti a cui è andato incontro il calcio moderno nel corso degli ultimi decenni. Tecnica e tattica sono gli aspetti su cui si sono posati gli occhi di tutti gli addetti ai lavori, ma i più scontenti sembrano essere i tifosi. Abituati a un calcio romantico, fatto di grandi campioni attaccati ai colori della propria squadra (Maldini, Zanetti, Del Piero e Totti su tutti), oggi supportano calciatori che non sanno realmente per quanto resteranno nella loro squadra.

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È inevitabile che nel nostro calcio si stia perdendo sempre di più la figura della bandiera. I tifosi accusano i calciatori di essere mercenari, di preferire i soldi o l’ambizione personale al senso di appartenenza per i colori di un club o di una città intera.

Eppure la bandiera è una figura fondamentale nel calcio, ricca di valori positivi. Ecco quali.

Capacità di rappresentare i valori di un club: la bandiera racchiude in se stesso la filosofia di un’intera società e della sua storia. Succede quando l’identità della squadra viene sposata in toto, diventando l’identità del giocatore stesso. Tutto il popolo, dal club al tifoso, si unisce intorno a quei valori attraverso la bandiera.

Attaccamento alla maglia: per la bandiera, il gruppo viene prima di tutto. Anche prima di se stessa. Lo scopo per cui il giocatore di quella squadra lavora, fatica e combatte è l’onore di quella maglia: difendere quei colori diventa un suo obiettivo, spesso a discapito della carriera personale.

La spiegazione migliore l’ha data Ciro Immobile dopo la partita di ieri contro il Brescia. L’attaccante napoletano, chiamato a segnare per guidare la classifica della Scarpa d’Oro, ha affermato nel post-partita:  “Odio quando devo per forza fare gol come oggi, ma era importante riuscirci per superare Lewandowski e staccare Ronaldo. I miei compagni hanno fatto di tutto per farmi segnare, adesso ci aspetta una partita difficilissima a Napoli per migliorare la nostra situazione in classifica” ha dichiarato Ciro Immobile. “Questa sera potevo fare un gol in più, ma il portiere è stato davvero bravo, li becco tutti io. Sono ancora in corsa, anche se mi viene più facile quando gioco per i compagni“.

Spirito di appartenenza: l’uomo spogliatoio lavora per il bene del gruppo. Il suo ideale è legato all’appartenenza al club e ai colori, in cui poi, di conseguenza, si identifica tutto il gruppo. Lo spirito di appartenenza unisce: compattare il gruppo attorno agli ideali è sempre più difficile, la bandiera invece ha questa caratteristica. È una figura importante anche per i nuovi arrivi: la presenza di una personalità così forte e riconosciuta da tutti fa da collante nello spogliatoio.

Dal mio punto di vista è importante che le società riscoprano questo valore, è un segno distintivo e una ricchezza, per il club, per i tifosi e per il gruppo. Aiuta a produrre risultati importanti. Credo vada riscoperta questa figura e che ogni squadra possa individuare almeno un giocatore a cui affidare questo ruolo. È opportuno che le società gli diano il giusto valore e lo inseriscano in maniera stabile nel proprio progetto.

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