Mental Coach: l’importanza della fiducia in se stessi

Fiducia è certamente quella che nutriamo noi tifosi di una squadra nei confronti di calciatori giovani in rampa di lancio, ma soprattutto è quella che il l’allenatore ripone nei ragazzi che compongono la sua rosa.

La fiducia del Mister! Una componente ritenuta fondamentale nel calcio, soprattutto dagli stessi giocatori che la ritengono elemento indispensabile per fare bene e ottenere risultati soddisfacenti. Generalmente il Mister concede la sua fiducia dopo un’attenta valutazione di fatti, circostanze, relazioni ed atteggiamenti del calciatore ritenuti positivi dall’allenatore stesso. Questa concessione di fiducia solitamente produce nel giocatore una sensazione di importanza e sicurezza per cui quando è chiamato a scendere in campo, sicuramente si sentirà sereno e convinto di essere un elemento importante per la propria squadra e di poter determinare, insieme ai suoi compagni investiti della stessa fiducia, il risultato della gara.

Ma cosa succede quando la fiducia del Mister viene meno?

Solitamente questo coincidere si concretizza quando l’allenatore preferisce schierare un tuo compagno, piuttosto che mandare in campo te. Questa legittima scelta del Mister suscita rabbia, amarezza e delusione che, a lungo andare, sfocia spesso in un sentimento di rassegnazione. Di fronte a questi eventi la reazione è sempre la stessa: telefonare all’agente procuratore per spiegargli la situazione e sollecitarlo a trovare una soluzione, come ad esempio telefonare al direttore sportivo per “capire cosa sta succedendo” oppure andare a parlare con l’allenatore per capire perché non mi vede e conoscere quali siano le sue intenzioni. Conclusione: o lui cambia le sue scelte oppure sarai tu a cambiare squadra, in cerca di qualcuno che ti dia fiducia. 

Sei proprio sicuro che questo sia l’atteggiamento giusto? I grandi campioni che hanno ottenuto successi importanti hanno avuto questo atteggiamento? Dovrei credere che la realizzazione del tuo obiettivo dipende dalla fiducia che qualcun altro nutre nei tuoi confronti e non da te stesso?

Scusami ma io ho un’idea diversa. Come ho scritto anche nel libro Gioco di Testa – Allenare la mente per vincere nel calcio… campione lo sei dal momento in cui credi in te stesso, nelle tua capacità e alla possibilità di raggiungere il tuo obiettivo. Campione lo sei tutte quelle volte che dai il massimo in allenamento…. con il desiderio ardente di migliorarti costantemente, di crescere come giocatore e come sportivo… senza farti condizionare dagli eventi esterni o dai pensieri altrui”. 

Lo so che è molto difficile e più complicato del previsto, ma hai mai visto qualcuno realizzare qualcosa di grandioso, di importante senza alcuno sforzo e senza un impegno fuori dal comune?

Vorrei venirti in aiuto ricordandoti la storia di Lionel Messi, che certamente conoscerai, affetto da un disturbo della crescita e per questo scartato da diversi club, tra i quali il Como, che non avevano riposto in lui la fiducia che potesse diventare un calciatore. Oppure preferisci la biografia di Javier Zanetti: scartato a 19 anni ad un provino che gli avrebbe permesso di entrare nella rosa di un club argentino di serie A, andò a lavorare come muratore con il padre, si irrobustì fisicamente e tornò a sostenere un nuovo provino, questa volta lo passò, e iniziò così la sua storia destinata poi ad intrecciarsi indissolubilmente con quella dell’Inter. E che dire di Patrice Evra? Scartato a 15 anni dal PSG, arrivato a Marsala tra mille difficoltà e bocciato nuovamente al Monza (solo tre presenze in B) prima di rientrare in Francia e prendere il volo definitivo verso Manchester e la Champions League sollevata a Mosca nel 2008. Posso aggiungere Ryan Giggs, scartato dal Manchester City: gli allenatori non avevano creduto nei suoi dribbling, il giorno dopo a scuola lesse che quelli dello United facevano i provini: si presentò, vinse lui. E potrei continuare, probabilmente all’infinito, con le storie condivise da me in prima persona come quella di Borini, Babacar, Casarini, Caldirola, Pavoletti, Petagna, Saponara e molti altri ancora.

Ma allora cosa è veramente importante per realizzare ciò che realmente desideriamo?

Partiamo dai mezzi che abbiamo a disposizione ovvero dalle nostre abilità, le nostre caratteristiche tecniche, fisiche ed atletiche. Se siamo arrivati fin qui gran parte del merito va proprio a queste caratteristiche e a come siamo riusciti, nel corso degli anni, a metterle in campo. Quindi fissiamo la nostra attenzione proprio su noi stessi e non su chi indossa la casacca da titolare nell’allenamento di rifinitura. Poi chiediamoci se questi mezzi sono sufficienti per realizzare l’obiettivo che abbiamo in mente. Se la risposta è si dobbiamo solo andare in campo e mettere in gioco tutto quello che abbiamo al massimo delle nostre possibilità. Se, al contrario, la rispostà è no, verifichiamo quali sono le abilità che vogliamo acquisire, cosa ci serve per poter raggiungere il traguardo tanto desiderato.

Fatta chiarezza su questo aspetto stabiliamo degli obiettivi quotidiani utili al nostro miglioramento e andiamo al campo ad allenarci con lo scopo di raggiungere quanto stabilito, a qualunque costo. Una volta a casa che si fa? Organizziamo aperitivo con gli amici? Oppure serata davanti alla TV per vedere il nostro programma preferito? Ci  può stare, ma prima è importante che ci prendiamo del tempo per analizzare l’allenamento appena concluso. Abbiamo mantenuto le attese? Possiamo dire di aver raggiunto gli obiettivi giornalieri? Abbiamo la sensazione di essere migliorati sugli aspetti che c’interessano? Da questa analisi programmeremo l’allenamento del giorno successivo con nuovi obiettivi e nuove abilità da acquisire.

Questo modo di pensare e di lavorare deve diventare una piacevole abitudine, il nostro modo di intendere il lavoro. Questa è la strada percorsa dai campioni che hanno avuto successo e realizzato la propria vita.

Se hai un sogno da realizzare, hai anche un motivo per lavorare, per faticare, per dare una spiegazione alle cose che non funzionano come vorresti. Hai la forza di andare avanti, di non fermarti di fronte agli ostacoli. Per le persone che credono nella bellezza dei propri sogni, non esistono infortuni, esclusioni, mancate convocazioni, esiste solo un sogno da realizzare e una vita intera per farlo”.

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