Da campione ad allenatore: la nuova sfida di Andrea Pirlo è tutta mentale

È cominciata a tutti gli effetti ieri l’avventura di Andrea Pirlo sulla panchina della Juventus.

L’ex centrocampista ha diretto il suo primo allenamento alla Continassa, suscitando la curiosità di tutti. Sotto la lente d’ingrandimento degli addetti ai lavori è finito inevitabilmente il suo approccio: riuscirà un campione come lui, alla prima esperienza da allenatore, a guidare i bianconeri verso la conquista del decimo scudetto consecutivo e, perché no, della Champions League?

I risultati saranno le uniche risposte in grado di valere qualcosa. Intanto, però, concentriamoci sul capire cosa potrà fare il talento di Flero per passare da calciatore ad allenatore con il giusto approccio mentale.

L’elemento principale da prendere in considerazione è l’identità.

Più semplicemente potremmo definirla la risposta alla domanda chi sono? ma c’è molto di più. Si tratta delle convinzioni e delle certezze che il professionista ha di sé stesso in quel momento. Il calciatore e l’allenatore sono due ruoli, seppur legati allo stesso ambiente, molto diversi tra loro. Sia sotto l’aspetto pratico che mentale.

Il Pirlo calciatore è sempre stato abituato ad avere la caratteristica di scendere in campo per esprimersi al meglio. Dando un contributo al gruppo, sì, ma trovando sempre il modo migliore di esprimere le proprie qualità. Un concetto che, se ripetuto da tutti gli 11 uomini in campo, può dar vita a una squadra di campioni con una mentalità vincente. L’allenatore invece deve avere una visione diversa. Addirittura opposta.

Il tecnico ha il compito di mettere i propri giocatori nelle condizioni di rendere al massimo. Si passa così da un focus su se stesso a uno sull’altro. È solo in seconda battuta che l’allenatore attinge alle proprie qualità. Il Pirlo in giacca e cravatta dovrà riuscire a mettere i singoli giocatori nelle condizioni migliori, fornendo loro gli strumenti giusti per esprimere al meglio le proprie qualità nel contesto in cui si trovano.

Non basterà quindi portare CR7 nella sua comfort zone in campo, ma servirà affiancargli i compagni di reparto giusti, creando un team di campioni orientati verso un unico obiettivo.

Il successo di Pirlo dipenderà quindi dalla capacità di modificare la propria identità, passando da calciatore ad allenatore, dal focalizzarsi su se stesso al dare le giuste attenzioni all’altro. È qui che si gioca il futuro (in panchina) dell’ex centrocampista.

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