Se fossi il Mental Coach di De Ketelaere gli direi…

Nelle ultime settimane, in casa Milan, tiene banco l’inizio dell’avventura milanista di Charles De Ketelaere. Il calciatore belga è stato il vero colpo dell’estate in casa Milan. Prelavato dal Club Brugge per una cifra vicina ai 40 milioni di euro, il suo rendimento è al di sotto delle aspettative. Anzi, al di sotto delle sue reali possibilità.

Su di lui sono stati spesi molti commenti dagli addetti ai lavori. Tra i più autorevoli spiccano quelli di Fabio Capello e Arrigo Sacchi, profondi conoscitori del mondo Milan.

Queste le parole di Fabio Capello rilasciate a Sky Sport: “E’ tutta una questione psicologica. È un grande giocatore, ha molte qualità, ma ora gioca ad un ritmo inferiore rispetto ai compagni. È timido, gli manca qualche cosa. Può diventare un elemento importante”

Queste quelle rilasciate da Arrigo Sacchi a La Gazzetta dello Sport: “Oggi è un ragazzo confuso, bisogna avere pazienza. Ha paura di giocare, entra con l’ansia di dover dimostrare il proprio valore. Spero che riesca a tirare fuori le sue qualità”.

Ciò che accomuna il parere dei due ex tecnici del Milan è l’origine delle difficoltà riscontrate da De Ketelaere. L’aspetto mentale, l’ansia da prestazione e la paura di non essere all’altezza, sono gli elementi che impediscono al talento belga di esprimerei al meglio il proprio talento.

Pioli ha provato a difenderlo a parole nelle ultime settimane, ponendo l’accento su tanti aspetti: il ragazzo è giovane, va aspettato, deve capire il calcio italiano.

Quindi è solo una questione di tempo? Dobbiamo rassegnarci ad attendere a lungo o esistono altre soluzioni per riavere presto il miglior De Ketelaere in campo?

Il rischio è che queste affermazioni possano diventare alibi senza che portino ad un effettivo cambiamento. L’attesa, infatti, non è un elemento che può produrre cambiamenti significativi, a meno che non sia l’attore protagonista a cambiare. Mentre per ciò che concerne la giovane età e l’adattamento al campionato, abbiamo visto diversi casi di calciatori impattare positivamente alla prima stagione. Basti citare Shevchenko, Kakà, Pato, per rimanere in ambito Milan. Oppure l’allora ventunenne Ronaldo che approdò all’Inter e in pochissimo tempo diventò “Il Fenomeno”. Per arrivare ai giorni nostri con un coetaneo del belga che in questi mesi si sta consacrando come campione assoluto: Kvaratskhelia.

Questi esempi confermano che la strada per il successo è un percorso faticoso, complesso e diverso da calciatore a calciatore. Quindi quale può essere un approccio efficace, a livello mentale, per superare ansia da prestazione, paura e sbloccare quel “freno” che impedisce di rendere al massimo del proprio potenziale?

Come prima cosa fai chiarezza su qual è l’obiettivo che vuoi raggiungere. Fatto questo identifica le risorse necessarie per raggiungerlo. Le tue qualità, i tuoi punti di forza. Le caratteristiche che distinguono il tuo talento dal resto del mondo. Quando la tua mente sarà totalmente focalizzata su obiettivi e risorse, difficilmente troverai spazio per pensare a cose secondarie. Ad esempio, a tutti quei pensieri che finiscono per creare dei veri blocchi come il giudizio degli altri, le aspettative intorno a te etc.

Per rafforzare la convinzione che tutto sia possibile t’invito ad osservare con attenzione altri calciatori che hanno ottenuto ciò che desideri anche tu. La riflessione che ne deriva è chiara: “se ci sono riusciti loro, significa che è possibile. Se è possibile è certamente ripetibile (e migliorabile). Se è ripetibile lo posso fare anch’io”.

A questo punto occorre creare un piano d’azione efficace. Ovvero stabilire come impiegare le proprie risorse, ogni giorno, per realizzare l’obiettivo desiderato. Monitorare i progressi e le cadute, restando completamente concentrati su come migliorare, aiuta a correggere e perfezionare la strategia. Giorno dopo giorno. È il lavoro quotidiano, fatto con costanza, ad accompagnarci verso la realizzazione del nostro obiettivo.

Per mettere in atto questo piano occorre certamente un po’ di tempo. Ma sono assolutamente convinto che, visto il grande talento di De Ketelaere, ne servirà davvero poco.

Perché il raggiungimento di grandi traguardi è sempre di più una questione di testa.

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