Intervista a MilanNews.it in cui affronto i temi negativi della stagione del Milan: dalla situazione del contratto di Leao fino al caso De Keteleaere

Il Milan ha giocato un 2022 con una delle migliori difese in Europa e con un attacco temibile. Nel nuovo anno la storia è cambiata: come si spiega il crollo nel 2023 del Milan?

“Il punto è semplice. Quando uno fissa un obiettivo, come può essere quello di vincere lo Scudetto, il mio cervello mi porta a mettere in atto dei comportamenti che vanno nella direzione dell’obiettivo prefissato. Ovviamente questo percorso deve essere supportato da risorse adeguate e soprattutto dalle motivazioni.

Sacchi disse che la motivazione è come la benzina: una panda col pieno fa più strada di una Ferrari senza. Quando si raggiunge l’obiettivo, anche qua c’è un altro processo mentale da fare. Succede che per prima cosa si deve celebrare il risultato: il cervello deve capire che lo sforzo ha avuto un suo appagamento.

Poi dev’esserci un momento in cui io tiro una riga e ricomincio lo stesso processo: fisso un nuovo obiettivo, ri-analizzo le risorse che ho a disposizione che nel caso specifico della squadra di calcio implica il cambio dei giocatori da una stagione con l’altra.

Io credo che quest’ultima cosa, parlando del Milan, non sia avvenuta. Per fare un paragone, è la stessa cosa capitata alla Nazionale: sono andati a giocarsi la qualificazione Mondiale pensando ancora alla vittoria all’Europeo. Questo credo sia capitato anche al Milan e viene tradotto, in maniera molto semplice, come appagamento che è un processo che parte dall’aspetto mentale

Dunque è possibile che questo processo si sia ingigantito specialmente in una squadra giovane e con tanti giocatori che vincevano per la prima volta?

“Assolutamente sì. Se uno non è abituato a raggiungere certi risultati, è chiaro che può esserci quello che volgarmente abbiamo chiamato appagamento. Non è scontato che tutti quelli che arrivano per la prima volta alla vittoria, automaticamente si appagano. E’ scontato se non fanno quel processo di cui parlavo prima”

E su Ibra?

“Tutto questo meccanismo è coinciso anche con l’assenza prolungata di Zlatan Ibrahimovic. Si tenga presente che quando Ibra era in odore di tornare al Milan, ero ospite a Sky e arrivò la notizia: io dissi che il suo arrivo avrebbe portato dal punto di vista mentale quello scatto e quella energia che in quel momento il cambio da Giampaolo a Pioli non aveva portato.

Lo ribadisco oggi, l’assenza di Ibra, dal punto di vista mentale, è pesante. Quando Ibrahimovic è tornato in gruppo il Milan ha fatto quattro partite senza subire gol e ha passato gli ottavi di Champions. Se è nello spogliatoio questo appagamento di cui dicevamo, si affievolisce”

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