Come inciderà l’assenza di pubblico sui giocatori?

Il campionato è pronto a ricominciare. Poche ore e si torna in campo. Non sarà una Serie A come l’abbiamo lasciata. Le indicazioni del comitato tecnico-scientifico la faranno da padrona, tra tutte l’assenza di tifosi allo stadio. Un finale di stagione a porte chiuse, che rischia di condizionare i risultati delle squadre. Soprattutto quelle abituate a farsi trascinare da un pubblico caldo.

È in condizioni come queste che il calciatore è chiamato a lavorare da solo su se stesso, trovando motivazioni nelle piccole cose.

Come raccontato in precedenza, il gioco del calcio si basa su tre aspetti fondamentali: quello fisico/atletico, quello tecnico/tattico e quello mentale/motivazionale.

La ripresa degli allenamenti, per quanto condizionata da regole specifiche, ha permesso ai giocatori di lavorare sui primi due. Da un punto di vista mentale, invece, non è stato fatto un lavoro specifico da nessuna squadra. Un fattore determinante se unito all’assenza di pubblico durante le gare.

Ritenuto da tutti il 12esimo uomo in campo, il pubblico ha la capacità di incitare e criticare i giocatori nel corso del match. Il calciatore, al di là di quello che può dire davanti alle telecamere, è molto attento al parere dello spettatore: vuole regalargli gioie. È così che lo stadio, nella sua componente fisica, diventa una parte attiva. Una vera e propria leva motivazionale.

Con le partite a porte chiuse, tutto questo si azzera.

Come gestire quindi l’assenza del pubblico? Come colmare questa motivazione che viene a mancare?

Il consiglio che do al giocatore è di restare totalmente focalizzato sulla prestazione tecnico/tattica e fisico/atletica. Come detto all’inizio, la prestazione si sviluppa su tre aspetti: se ne viene meno una bisogna concentrarsi sulle altre due.

Il calciatore deve fissare degli obiettivi con se stesso: concentrarsi, fissare del parametri da perseguire e scendere in campo con l’obiettivo di realizzarli.

È ciò che succede a un nuotatore o un velocista: l’obiettivo è fare il tempo, tralasciando la presenza più o meno calorosa del pubblico (notoriamente meno caldo di quello calcistico).

Il calciatore deve quindi, per prima cosa, portare al massimo i propri standard fisici e atletici.

Il secondo lavoro da fare, è quello di visualizzare le partite senza pubblico. Vivere prima quella partita, visualizzandola in tutte le sue componenti (assenza del pubblico in primis) aiuta il calciatore a raggiungere l’obiettivo, facendosi trovare pronto.

Una cosa che mi sento di suggerire, infine, per far sì che il calciatore arrivi pronto alla gara è quella di vivere lo stadio vuoto: fare gli allenamenti o la rifinitura nello stadio vuoto aiuta il calciatore a entrare in clima partita, facendogli pregustare la gara senza pubblico.

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