Italiane in Europa: come si affronta mentalmente una gara partendo da un risultato sfavorevole

Dopo Inter e Roma, è il turno di Juventus e Napoli.

Se in Europa League i nerazzurri hanno strappato il biglietto per i quarti e i giallorossi sono usciti contro il Siviglia, per bianconeri e azzurri è il momento della verità in Champions League.

Gli uomini di Sarri partono dalla sconfitta per 1-0 dell’andata contro il Lione. CR7 e compagni sono chiamati alla gara perfetta per ribaltare il risultato dello scorso 26 febbraio e accedere ai quarti di finale. Per il Napoli, invece, dopo il pareggio per 1-1 in casa contro il Barcellona, è il momento della verità. Al Camp Nou non sarà facile, ma (al netto dei gol in trasferta) una partita perfetta, partendo da un punteggio di parità, regalerebbe alla compagine di Gattuso un risultato importante con cui raddrizzare una stagione partita col piede sbagliato.

Saranno gare particolari. Si gioca nel caldo di agosto, con il campionato appena concluso e contro avversarie che hanno avuto il tempo di riposare.

L’aspetto fisico/atletico potrebbe risentirne, per questo un approccio mentale corretto sarà indispensabile.

Solitamente quando ci si approccia a una partita da dentro-fuori, ci si prepara sotto due aspetti.

#1 Si guarda l’avversario, studiandone i punti di forza e cercando di capire come arginarli. Così facendo, nella nostra testa, finiamo col dare all’avversario ancora più forza di quella che ha. Un pensiero focalizzato sui giocatori che andremo ad affrontare ha come unico risultato quello di rafforzarne le caratteristiche. Il pensiero che viene alimentato, nella mia testa, fa diventare l’avversario più forte.

#2 La mia testa è rivolta al risultato negativo dell’andata. Il pensiero della sconfitta in questo modo si alimenta e viene rafforzato. Elaborando queste informazioni, le proietto nel futuro, creando un’unica conseguenza: uno stato d’animo di tensione e difficoltà.

Per affrontare correttamente una sfida diretta, bisogna fare l’esatto contrario.

#1 Il primo pensiero deve essere focalizzato su di noi: sulla squadra, sul gruppo, sulla nostra voglia e sull’importanza che quella partita ha per noi. La conseguenza è un pensiero legato ai nostri punti di forza, alle nostre abilità da mettere in campo per portare a casa il risultato.

#2 Bisogna poi capire esattamente come utilizzare queste abilità per ottenere il risultato prefissato. Penso solo ed esclusivamente al risultato che voglio realizzare dimenticando quello passato.

È questo l’approccio mentale che ha segnato le grandi rimonte del nostro calcio.

Dopo Barcellona-PSG del 2017, finita 0-4, Luis Enrique, tecnico dei catalani, affermò: “Se i francesi sono riusciti a fare 4 gol, noi ne faremo 6”. E così andò. Il ritorno finì 6-1 per gli spagnoli, che passarono così ai quarti di finale di Champions League.

Un elemento importante in questi casi è la giusta tensione, nel suo significato più vero di “tendere a un risultato”. Una convinzione che spinge i giocatori a giocarsela, sapendo di potercela fare.

L’Inter ce l’ha fatta. La Roma no. 

Ora tocca a Juventus e Napoli.

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