Quale aspetto mentale spinge un calciatore a cedere a offerte economiche importanti?

Sono sempre di più i calciatori che, a un certo punto della propria carriera, decidono di mollare la propria squadra, cedendo alle lusinghe multimilionarie di club semi-sconosciuti in giro per il mondo. Se per molti il comune denominatore è puramente economico, è attraverso la voce dei protagonisti che si percepisce che dietro il cambiamento radicale ci siano soprattutto ragioni legate all’aspetto mentale.

Per analizzare queste situazioni, c’è bisogno di distinguere chi decide di andare in una piazza meno prestigiosa da un punto di vista professionale ma più attraente da un punto di vista economico a fine carriera, da chi decide di farlo quando ha ancora tutte le carte in regola per fare la differenza. 

Nel primo caso si tratta di un calciatore che ha esaurito la propria competitività in un campionato di valore e decide di andare in un club meno blasonato ma più stimolante da un punto di vista progettuale: si tratta spesso di squadre che investono per lanciare lo sport nel proprio Paese e hanno la necessità di avere personaggi conosciuti a livello mondiale per raggiungere il proprio scopo. Il campione si rende quindi protagonista della diffusione del calcio in un Paese straniero. Parliamo, in questo caso, di un cambiamento non solo professionale, ma anche esperienziale: andare in una nazione sconosciuta e avviare una vita nuova può dare maggiori stimoli. 

Nel secondo caso, invece, protagonista è un calciatore giovane che, nonostante abbia ancora tutte le carte in regola per giocarsi il proprio futuro in una grande squadra, decide di andare in una piazza meno importante da un punto di vista tecnico ma prestigiosa da un punto di vista economico. È quello che è successo a Sebastian Giovinco, che a 27 anni decide di lasciare la Juventus per accettare un’offerta da 7 milioni di dollari a stagione del Toronto. Le ragioni, in questo caso, sono da ricercare nell’incomprensione del talento e nel conseguente scarso apprezzamento che è stato manifestato nei confronti del calciatore più di una volta in Italia. In un’altra piazza, invece, ha trovato non solo la centralità in un progetto stimolante, ma anche un apprezzamento economico.

Nonostante si tratti di due situazioni diverse, il meccanismo mentale che porta alla scelta è identico. Nel caso del calciatore giovane c’è una voglia di riscatto. Il giocatore, poco apprezzato dov’è, vede dall’altra parte valorizzazione e apprezzamento, che si concretizza nella proposta economica. 

Ridurre tutto a una scelta carriera-denaro è un luogo comune da sfatare. La decisione del calciatore è sempre professionale, legata in particolare modo all’aspetto della gratificazione personale.

Tutto si riconduce all’aspetto motivazionale: a spingere un calciatore a fare una determinata scelta per il proprio futuro è sempre una motivazione positiva. Oltre all’aspetto economico, il giocatore sente di poter competere in una nuova dimensione. L’aspetto contrattuale è, semplicemente, una logica conseguenza.

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